INTERVISTA A BENMONT TENCH
LONG AFTER DARK, gioiello (semi) nascosto di Tom Petty & The Heartbreakers, torna sul mercato in versione “potenziata”
Nello splendido cofanetto che nel 2020 celebrava, ampliandolo, il bellissimo WILDFLOWERS c’è una canzone che si intitola “È difficile trovare un amico”: durissimo, per gli Heartbreakers di Tom Petty - soprattutto per il chitarrista Mike Campbell e il tastierista Benmont Tench - è stato perderlo l’amico di sempre, in questo caso anche il leader, il fratello di tante imprese artistiche, l’iniziatore di una vicenda musicale che nessuno oggi si stanca di celebrare.
Petty manca dal 2017 ma una produzione dopo l’altra tiene viva la sua memoria, in maniera vivace, stimolante, mai stancamente speculativa come accade in molti casi.
Benmont Tench, con Petty per cinquant’anni filati, dai Mudcrutch fino a ogni passo degli “spezzacuori”, ha suonato per Dylan, Cash, Orbison, Ringo Starr e Rolling Stones, ma la musica di famiglia è quella che gli sta più a cuore e che racconta sempre con trasporto e accuratezza.
Intervista di Ermanno Labianca
Lucca 2012, tornavate in Italia a venticinque anni dai concerti con Bob Dylan. Chi avrebbe potuto dire che sarebbe stata l’ultima volta?
È un gran ricordo, quello di Lucca. Tom ha amato molto quello show. A fine tour, quando tutti sono ripartiti per gli Stati Uniti, io mi sono trattenuto in Italia e sono tornato a Lucca, poi sono stato a Firenze. Dieci anni fa, nel 2014, ero di nuovo nel vostro paese e ho conosciuto la ragazza torinese che avrei sposato e che mi avrebbe dato una figlia. Non essere più tornato qui con Tom è un dolore, uno dei tanti, che mi porto dentro.
L’affetto sincero traspare dai messaggi che ogni tanto, per un compleanno o per semplice istinto, per necessità lei pubblica sui social. Sono frasi che tradiscono il vuoto che lei sicuramente prova.
Lo riempiamo dedicandoci quasi costantemente al recupero di tante cose belle che abbiamo fatto.
Lei e Mike Campbell state facendo un lavoro egregio, una pubblicazione retrospettiva dopo l’altra, nel tener vive la nostra e la vostra passione per la musica creata come Heartbreakers. Dopo la pubblicazione dei concerti tenuti al Fillmore di San Francisco (del 1997, n.d.ri), tempo due anni e troviamo sul mercato la versione expanded di LONG AFTER DARK.
Eravamo bravi, me lo lasci dire, e Tom scriveva canzoni meravigliose che aprivano mille strade per noi musicisti. Lui e Mike componevano insieme o separati, poi in gruppo succedeva quello che sentite nei dischi. E anche quello che state scoprendo in questi anni. Tutto ciò non può, non deve evaporare. Insieme ad Adria, la figlia di Tom, che attiva sempre tutto, e al co-produttore Ryan Ulyate, ci siamo messi alla ricerca di materiale restato fuori da quell’album del 1982. Non vogliamo pubblicare necessariamente materiale che renda un profitto, vogliamo farvi sentire qualcosa in cui crediamo, che sia molto buono o in qualche caso eccezionale.
È vero. Anche se delle canzoni uscite allora - ora rimasterizzate e unite a molti inediti e live del periodo - Tom ebbe a dire che pur amandole molto non le riteneva evolutive rispetto al suono incontrato nei due dischi precedenti.
Il disco suonava come volevamo che suonasse allora, rappresentava quel che eravamo: una rock’roll band, nel pieno della maturità, ma che guardava anche oltre, basti pensare al sintetizzatore che rendeva You Got Lucky diversa da cosa fatte prima e compatibile con quanto succedeva in quei giorni. Diciamo che stavamo cambiando con moderazione. Abbiano sempre, tutti, amato quelle canzoni, così graffianti.
Qualcuna più di altre?
Tutte. E provammo tanta sofferenza nel lasciarne fuori alcune. Keeping Me Alive, ad esempio. Ritenemmo che l’avvio con le chitarre acustiche potesse spezzare quel flusso e ricordare al pubblico alcuni momenti di HARD PROMISES, che conteneva brani più docili. Volevamo sprizzare energia. Non eravamo ancora pronti per esprimerci con la delicatezza e l’introspezione messe poi in WILDFLOWERS. E anche il pop che alcuni di noi hanno suonato in FULL MOON FEVER era ancora lontano dalle nostre corde. Altri brandelli di LONG AFTER DARK dovevano venire fuori, e sono felice che canzoni come Keep A Little Soul, che apriva nel 2018 l’antologia di rarità AN AMERICAN TREASURE, trovino ora un seguito.
Ora sappiamo che Ways To Be Wicked l’avevate registrata nel 1982, prima che venisse donata ai Lone Justice nel 1985. Quella pubblicata adesso è diversa dalla versione comparsa nell’antologia PLAYBACK, che porta come copyright 1986. Era stata riconsiderata per un disco successivo all’esordio della band di Maria McKee?
A dire il vero, la canzone l’avevamo registrata una prima volta già negli anni Settanta, per DAMN THE TORPEDOES e ce l’eravamo tirata dietro fino alle session di LONG AFTER DARK. Credo che Tom volesse depositare la nostra dopo averla data a Maria. Quella che si ascolta su PLAYBACK è la versione di allora, potenziata poi dalla batteria di Steve Ferrone negli anni Novanta. Ha una lunga storia quella canzone. Oggi la ascoltate come l’avevamo pensata per l’album del 1982.
Anche Never Be You era ai margini della vostra produzione ed è finita a Maria McKee che ebbe a registrarla per il film STREETS OF FIRE.
Maria era una nostra amica e fece un bel lavoro, anche grazie all’intervento del nostro produttore Jimmy Iovine. Io ci avevo messo la firma insieme a Tom. Rosanne Cash portò la canzone addirittura al numero uno delle classifiche country poco dopo. In entrambe le versioni c’è un tocco di Heartbreakers. Credo che io e Mike Campbell realizzammo da soli la traccia per Maria, ed io sicuramente suonai a New York per Rosanne.
Oggi nelle classifiche country ci siete voi. Anzi, siete un po’ ovunque con la musica di Tom Petty e questo fa piacere: col cd PETTY COUNTRY: A COUNTRY MUSIC CELEBRATION che vi vede in qualche misura coinvolti, con la serie tv BAD MONKEY piena di cover di vostre canzoni, vecchie e più recenti, e con la riedizione di LONG AFTER DARK di cui stiamo parlando.
We don’t want to fade away (letterale, n.d.i). Faremo sempre di tutto perché la nostra musica e la voce di Tom resistano al tempo che passa.
Vi vedremo mai suonare queste canzoni su un palco con qualche vocalist “scelto”?
Mai dire mai, ma in tutta sincerità non è qualcosa che ora vediamo possibile o vicina. Tom era anche un grande chitarrista e sul palco animava queste canzoni con la forza con cui le aveva scritte. Non sono pronto a vedere qualcuno li, davanti a me, al suo posto.
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