sabato 3 novembre 2007

KEVIN ROWLAND E I CORRIDORI DI MEZZANOTTE: meraviglie che ritornano


Per la serie “meraviglie tirate a lucido e ingrassate a dovere”, salutiamo Too-Rye-Ay (1982), il più bel disco di Kevin Rowland e dei suoi boys - lui e loro noti come Dexys Midnight Runners - rimasterizzato (ma era già accaduto una decina di anni fa, con 8 bonus tracks) e oggi in versione “estesa”. Ma facciamo ordine, ad uso dei reduci da questa bellissima avventura iniziata nei primi Ottanta, quando questa combriccola messa su a Birmingham da un irlandese (l’eccentrico Kevin) arrivò a conquistare l’America con un impasto di soul, beat inglese e musica celtica che per gli ingredienti farebbe pensare a Van Morrison, ma che la voce alta e bizzarra del capetto portava altrove, in un luogo poco definibile. Certo, dal cowboy di Belfast un pezzo l’avevano preso in prestito (è qui: Jackie Wilson Said) ma molti trucchetti e pazzie erano farina del loro sacco. Celtic soul brothers li chiamarono dall’altra parte dell’Oceano, e facevano bene.


Arrivarono alti in classifica con Come On Eileen, da questo loro secondo album, poi evaporarono lentamente, andando ad ingrossare le fila di quella squadra di cui nessuno chiede una maglia, gli “one hit wonders”, quelli da “un successo e via”. Too-Rye-Ay ha tutto per essere raccomandato a chi di Kevin Rowlands non ha mai sentito nulla: è caldo, frizzante, ballabile, figlio degli spavaldi anni Ottanta ma radicato nei più timidi anni venuti prima. A ripensarci oggi, le orme di questi tipetti che amavano tante musiche, e tutte belle, le avevano ricalcate in chiusura di decennio gli Hothouse Flowers, anche loro tramontati pian piano dopo averci lasciato un album folgorante (People, 1988). Una maledizione il successo, per entrambe le formazioni. Talento volato via.
Stavamo mettendo ordine: allora, c’è qui, in questa edizione de-luxe”, tutto l’album più una manciata di outtakes e pezzi dal vivo (il cd1) e un generoso gruppo di registrazioni live (cd2) risalenti a quei giorni “caldi” (1982), in cui tutto appariva possibile. Sono proprio le BBC sessions ritrovate a mettere malinconia, perché tra hit originali e classici del soul (Respect di Aretha Franklin) tornano a vibrare le corde di quel gioioso rhythm’n’blues fabbricato nella vecchia Europa ma con il cuore tra Memphis e la California.
Rowland, che pure ha abbozzato un duplice rientro solista (1988, 1999), non ha mai più volato così in alto. Anzi, si è smarrito così tanto da pubblicare un disco di cover, My Beauty, così imbarazzante e mal concepito che a leggere i nomi degli autori (Lennon/McCartney, Bacharach, gli Squeeze) si prova solo dispiacere.
E.L - da Rolling Stone #49, novembre 2007

Leggi il blog di Kevin Rowland su Van Morrison
http://blog.myspace.com/index.cfm?fuseaction=blog.view&friendID=135573349&blogID=230445318

5 commenti:

Paolo Vites ha detto...

ecco un disco che non ho mai ascoltato, lo ammetto con un certo imbarazzo. ricordo benissimo le recensioni e le pagine di pubblicità sulle riviste del tempo, quella copertina che mi perseguitava ovunque e io che -sfiduciato di quasi ogni cosa di quel periodo, i primi 80s - continuavo a rimandare. forse è ora di rimediare, con 25 anni di ritardo... thanx for the reminder

Anonimo ha detto...

Hermann, non per parlare dell'articolo, ma della tua Radio Nowhere. Vent'anni dopo quella cassetta per il militare, la tua playlist mi ha fatto venire ancora brividi. Un abbraccio, Patrizio

Ermanno Labianca ha detto...

Ciao "Missilio", long time no see, ho rinfrescato (si fa per dire) la Radio Nowhere. Beccati quest'altra. A presto, - E

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)