sabato 26 maggio 2012

LA PARTITA DEL CUORE - 23 maggio 2012

Ho visto questo stadio riempirsi di giovani e di striscioni bellissimi, più di quelli del calcio. Ho visto arrivare artisti, calciatori e magistrati coraggiosi. Ho visto una foto di Niccolò Carosio e una di Tanino Troja, non lontane dalla lapide che ricorda 5 operai morti nella (ri)costruzione del Barbera. Ho visto Palermo dire NO, ancora una volta, alla mafia. E 4 milioni di persone a casa, ad affiancare tante buone intenzioni. Mi porto indietro una grande stanchezza e un indelebile ricordo: 5 minuti prima dell'inizio della Partita del Cuore reggo un pallone con la mano sinistra e stringo una piccola mano in quella destra. Insieme percorriamo una metà del campo, poi lascio il piccolo giocatore - che porta il nome di un nonno che non ha conosciuto - a quello che deve fare. E' il calcio di inizio più potente che io abbia mai visto. Ciao Paolo Borsellino, 4 anni.

mercoledì 9 maggio 2012


ROUTE 61 LAVORA PER L'ORCHESTRACCIA E... CROSBY STILLS NASH & YOUNG.... STAY TUNED!!!

In occasione dei quarant'anni dall'uscita del primo disco di David Crosby e Graham Nash (erano gli inizi dell'aprile 1972, ora siamo a maggio), riproponiamo da una pagina di Rockol di fine marzo questo articolo/intervista di Alfredo Marziano sull'etichetta Route 61.
E' un modo per ricordare a chi segue le nostre attività che stiamo lavorando ai prossimi due progetti - il disco di esordio de L'Orchestraccia (gruppo romano che avete visto all'opera nello show di Serena Dandini) e un ampio tributo alla musica di Crosby Stills Nash & Young che vede protagonisti moltissimi songwriters e band della scena americana (ma anche inglesi, irlandesi e australiani). Siamo "piccoli" e i progetti ambiziosi richiedono tempo. Io, Joe, Mauro, Francesco e David ci stiamo lavorando. Get your kick on Route... 61.
E.L.
(grazie a Giampiero Di Carlo, Alfredo Marziano e Gianni Sibilla).

AMERICANI  A ROMA - di Alfredo Marziano (da Rockol del 23/03/2012)

In una immaginaria mappa geomusicale, la Route 61 di Ermanno Labianca non sarebbe localizzata a Roma ma negli States, all'intersezione tra la Route 66 di Bobby Troup e la Highway 61 di Bob Dylan. "Le mie passioni musicali - il rock'n'roll e il cantautorato americano, Dylan e Chuck Berry - stanno lì", conferma il deus ex machina della piccola etichetta capitolina, autore televisivo, giornalista musicale e massima autorità nazionale in materia di Bruce Springsteen (cui ha dedicato una fanzine ai tempi molto nota agli appassionati, Follow That Dream, e numerosi libri).

"Siccome il '61 è anche il mio anno di nascita", spiega Labianca, "per i miei cinquant'anni mi sono voluto regalare una piccola label che assecondasse le mie passioni". I semi risalgono al periodo, a metà tra gli Ottanta e i Novanta, in cui  lavorava per la Sony come promoter: "Sembravamo fatti l'uno per l'altra: in fondo era la casa discografica di Springsteen, di Dylan, di Leonard Cohen, in quegli anni anche di John Mellencamp. E poi di Francesco De Gregori e di Ivano Fossati...Il mio mondo, insomma, le cose che mi piacciono: in seguito mi sono accorto che la musica vista dall'interno di una multinazionale è ben altro, anche perché quelli sono stati gli ultimi anni felici della discografia. Comunque fu lì che, con un'etichetta che si chiamava Totem, produssi il mio primo tributo a Springsteen, 'For you'. Il secondo, una quindicina di anni dopo, ha inaugurato nel 2010 il catalogo della Route 61".

Una piccola etichetta il cui sottotitolo dice tutto: "Americana made in Italy". Ovvero blues, country, jazz, folk, e (soprattutto) canzone d'autore di matrice Usa declinati secondo il gusto e lo stile di artisti (italiani, europei, americani)  in sintonia con quel sentire e modo d'essere. "Oltre che un omaggio a Bruce", conferma Labianca, "quel disco era anche un tributo a una certa scena italiana che si rifà al genere roots e alla musica americana: Brando, Daniele Groff, Andrea Parodi, Cheap Wine, Max Larocca, gli stessi Modena City Ramblers. Siccome il progetto ha funzionato, ho deciso di proseguire. Ho dato una mano a un vecchio amico innamorato della West Coast, Francesco Lucarelli, aiutandolo a completare un disco che si fregia del contributo di musicisti statunitensi e della partecipazione straordinaria di Graham Nash. Poi, con gli amici/soci che nel frattempo mi avevano affiancato, ho cominciato a guardarmi intorno in cerca di artisti interessanti a cui proporre di lavorare insieme. Uno dei primi è stato Daniele Tenca, un bluesman milanese di cui avevo molto apprezzato il disco d'esordio e a cui abbiamo dato un seguito con un album live. Poi sono arrivati i Mardi Gras, band romana con vocalist irlandese che in 'Among the streams' ha ospitato Liam Ó Maonlai degli Hothouse Flowers, e  Donald & Jen MacNeill, padre e figlia scozzesi le cui canzoni rimandano al primo Greenwich Village e al folk di Donovan".
Sempre con Springsteen come faro guida (tre cover nel disco di Tenca, una in quello dei Mardi Gras) e un'attenzione particolare alla musica che scorre al di fuori delle correnti principali (anche se a farla sono musicisti che il mainstream lo hanno frequentato: come  Marco Conidi, di cui Route 61 ha pubblicato un'antologia di demo e outtakes anni '90 intitolata "Cinque anni"). Difficile ritagliarsi uno spazio, nel difficilissimo mercato degli anni Duemila? "Proposte di questo genere hanno un loro pubblico. Ovviamente limitato, di nicchia, ma stimolante. Un pubblico che legge Jam, il Buscadero, in parte anche il Mucchio. Appassionati veri, quelli che non si perdono un concerto dei Los Lobos o qualunque folksinger americano transiti per l'Italia. Noi siamo 'old school', abbiamo un contratto per il digitale con Believe Digital e iTunes ma restiamo affezionati al supporto fisico, alle copertine dei dischi. Stampiamo qualche migliaio di copie ma facciamo un bel prodotto destinato a chi lo sa apprezzare".

Ma intanto è arrivato il momento di quello che Labianca chiama il "terzo step": "L'apertura verso realtà italiane diverse ma pur sempre  in sintonia con i miei gusti. Il primo esempio è l'Orchestraccia, una fantastica banda di cantanti e attori che fa spettacolo e propone musica interessantissima . Cerco di replicare, in piccolo, quello che ho imparato sulla strada lavorando come giornalista e come discografico". In attesa del colpo grosso, un tributo a Crosby, Stills, Nash & Young in coproduzione con l'etichetta svedese Hemifran a cui hanno già aderito nomi "cult" della scena statunitense come Steve Wynn, Elliott Murphy, Willie Nile, Neal Casal, Chris Cacavas, Cindy Lee Berryhill, Michael McDermott, Sid Griffin e Jennifer Stills. "L'abbiamo concepito per rendere omaggio, quarant'anni dopo, a una stagione creativa incredibile. E' un progetto che  cresce di giorno in giorno: sarà un album doppio, lo pubblicheremo anche in vinile e speriamo di farlo uscire nel mese di giugno. Il condizionale è d'obbligo, quando si ha a che fare con 20/25 artisti dall'agenda piena di impegni e  disseminati per il mondo. Per registrare il contributo di Ó Maonlai ci siamo spinti noi a  Dublino, e sono orgoglioso di poter dire che  a fine mese inciderà per noi  Judy Collins, cui Stills dedicò come noto 'Suite: Judy blue eyes'.  Sarà il primo tributo a livello mondiale alla musica di C,S,N & Y. Ancora una volta, e come sempre, abbiamo voluto fare un disco che ci piacerebbe comprare".
 

lunedì 7 maggio 2012

GREAT SONGS FROM 1972 #1



HEART OF GOLD - Neil Young

I want to live,
I want to give
I've been a miner
for a heart of gold.
It's these expressions
I never give
That keep me searching
for a heart of gold
And I'm getting old.
Keeps me searching
for a heart of gold
And I'm getting old.

I've been to Hollywood
I've been to Redwood
I crossed the ocean
for a heart of gold
I've been in my mind,
it's such a fine line
That keeps me searching
for a heart of gold
And I'm getting old.
Keeps me searching
for a heart of gold
And I'm getting old.

Keep me searching
for a heart of gold
You keep me searching
for a heart of gold
And I'm getting old.
I've been a miner
for a heart of gold.